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mercoledì 29 maggio 2013

Torta salata con camembert ed asparagi

E' un pò come aspettare la fine della scuola ...
Ci si segna quella data, si incomincia a fare un countdown e si attende ...
Di cosa vi stò parlando ... della data di "inizio del bel tempo", di quello serio, di quello bello e caldo ...
Eh si perchè ho letto che dall'8-9 giugno il tempo dovrebbe "davvero" stabilizzarsi ed io, come credo moltissimi di voi, non vedo l'ora perchè, giusto per la cronaca, anche oggi qui in quel di Varese c'è sempre e solo freddo e pioggia ...

Poi per me c'è ovviamente un'altra data segnata a caratteri cubitali molto più importante della prima, un countdown iniziato molti mesi fa e che in teoria dovrebbe completarsi, se tutto va bene, entro metà luglio.
Ringrazio di cuore chi mi chiede come va ... procede tutto bene, inizio ad avere un pò paura ma nel contempo non vedo l'ora di tenere in braccio la mia frugoletta.
Sono sicura che dalla sua nascita in poi sarò bombardata di nuove e favolose emozioni ... ma tutte le uniche sensazioni che stò provando ora, l'attesa, il sentirla muovere, l'averla dentro me, sempre, in ogni istante ... beh credo che mi mancheranno moltissimo ...

Ma ora scendiamo giù da questa nuvoletta zuccherosa dei sogni ....... e vi lascio una semplice ma golosa ricettina per realizzare una torta salata con degli asparagi verdi di stagione e con questo formaggio francese a pasta molle con crosta fiorita, dal gusto deciso e saporito, molto simile al brie (che forse un pò tutti conosciamo di più).
La differenza tra i due formaggi è dovuta al luogo di produzione (il camembert viene prodotto solo in Normandia) ed al periodo di stagionatura che per il brie è il doppio del camembert.  
Per tradizione poi questo formaggio originale viene venduto in caratteristiche scatolette di legno.
L'ho acquistato appositamente per realizzare questa ricetta e l'ho trovato molto buono e gustoso (io però non faccio testo perchè vado matta per qualsiasi tipo di formaggio da quello dal sapore più delicato a quello più deciso e marcato, da quello a pasta dura a quello a pasta molle, da quello fatto con il latte di mucca a quello fatto con il latte di pecora e capra ........).


Ingredienti:

Per la pasta briseè:
200 gr di farina tipo 0
100 gr di burro freddo da frigorifero
1 tuorlo
acqua fredda q.b.
pizzico di sale

Per il ripieno
120 gr di formaggio tipo camembert
una decina di asparagi
2 uova
2 cucchiai di parmigiano grattuggiato


Impastate la farina con il burro freddo tagliato a tocchetti.
Quando avrete ottenuto un composto sabbioso, aggiungere il pizzico di sale, il tuorlo e se fosse necessario un goccio di acqua fredda sino ad ottenere una palla omogeneo e compatto.
Sistematela dunque in frigo avvolta in una pellicola trasparente e lasciare riposare almeno trenta minuti.
Bel frattempo pulire gli asparagi, togliere con il coltello la parte dura del gambo; poi con un coltellino o un pela patate andare ad eliminare le parti più fibrose e legnose.
Sciacquare in acqua fredda.
Cuocere al vapore per 15-20 minuti (oppure in acqua bollente legandoli tra loro e posizionandoli in verticale).
Una volta freddi condirli con un filo di olio, sale e pepe.
Tagliare il formaggio a pezzetti e mescolatelo con le uova; aggiungere anche un paio di cucchiai di parmigiano grattuggiato.
Togliere la pasta dal frigo e tiratela direttamente su di un foglio di carta forno in modo tale che non vi si attacchi alla spianatoia e non abbiate poi problemi a spostarla nella teglia.
Inserite la carta forno e la pasta in una teglia tonda e tagliate la pasta in eccesso.
Versare l'impasto di formaggio e uova e sistemate sopra gli asparagi parallelamente tra loro.
Infornare a 180 gradi per 25/30 minuti.
Sfornate, lasciare leggermente intiepidire e servite. 
 
Buona giornata!!
 
A presto
Monique

mercoledì 22 maggio 2013

Taieddhra di riso con patate, peperoni e filetti di triglia

Dopo diversi giorni di freddo e pioggia, oggi è ritornato a splendere il sole ... avete presente quella palla nel cielo che riscalda ... si quella!!
Godiamocelo fin che c'è visto che a quanto pare verso fine settimana è prevista un'ondata anomala di gelo polare ......... come si suol dire ... siamo apppposto!!!!!

Noi abbiamo bisogno di sole, di caldo ... e forse, anche grazie al consueto appuntamento mensile dell'mtchallenge, lo possiamo ricreare almeno a tavola.
Questo mese infatti sbarchiamo nella favolosa Puglia grazie al salentino Cristian che ci propone la classica "taieddhra di riso con patate e cozze"!
Durante le mie vacanze salentine, sono sincera, non l'avevo mai mangiata ma ovviamente me ne sono innamorata a prima vista guardando gli scatti di Cristian.

Ecco dunque la mia versione "rivistata" dove al posto delle zucchine ho messo i peperoni (una verdura che per me rappresenta il sole ed il caldo per eccellenza); poi ho messo dei saporiti filetti di triglia anzichè le cozze ... so che le potrei mangiare ma, visto il mio stato interessante, concedetelo se al momento le by-passo non conoscendo l'assoluta freschezza ... ed in ultimo, al posto del grana e pecorino grattuggiato, ho utilizzato, in buone dosi, la ricotta salata dura a lamelle ... io la stra-adoro (vedi ad esempio la mia Pasta al forno alla mediterranea) e mi ricorda tantissimo i deliziosi primi piatti che mangiavo in vacanza ...

Ritrovate qui la ricetta di Cristian mentre qui sotto la mia versione per 4 persone
(una fetta quadrata a testa):
150 gr di riso tipo Roma
1 patata media grandezza
150 gr di filetti di triglia
1 cipolla
2 peperoni (uno giallo ed uno rosso)
2 pomodori ramati media grandezza
50/60 gr di ricotta dura salata grattuggiata a lamelle
olio e.v.o. q.b.
brodo vegetale q.b.


Il giorno prima ho preparato un classico brodo vegetale con cipolla, sedano, carote e patate.

Il giorno stesso della preparazione per prima cosa ho "trattato" i peperoni per renderli più digeribili.
La Taieddhra in effetti prevede l'utilizzo di ingredienti a crudo e volendo i peperoni, per velocità e se non avete problemi di digestione, si possono anche lavare, tagliare, pulire dai semi ed aggiungere così crudi.
Nel mio caso invece ho preferito infornarli a 170 gradi per circa 40/50 minuti controllandoli e rigirandoli ogni tanto.
Terminata la cottura li ho inseriti e chiusi in un sacchetto di plastica per alimenti per lasciarli "sudare" una quindicina di minuti.
Ho aperto con attenzione il sacchetto, ho tolto i peperoni e li ho puliti togliendo i piccioli, tagliandoli  a metà su di un tagliere, togliendo la pelle esterna ed eliminando internamente tutti i semi ed i filetti bianchi.
Ci vuole un pò di tempo in più ma io oramai li consumo solo ed esclusivamente se effettuo questi passaggi preliminari che li rendono assolutamente deliziosi, utilizzabili per qualsiasi piatto e super digeribili.


Veniamo ora all'effettiva preparazione della taieddhra.
La teglia da utilizzare dovrebbe essere di terracotta, il famoso "coccio" da cui prende il nome questa ricetta ma, in assenza di questa, si può usare anche una in alluminio o in vetro pirex (come nel mio caso); sconsigliata quella in ghisa che tratterrebbe troppo il calore.
Pulire tutte le verdure, sbucciare la patata e la cipolla e tagliarle a fettine sottini; mescolarle insieme ed aggiungere un filo di olio.
Lavare i pomodori, tagliarli a fettine, condirli con un filo di olio e metterli da parte.
Prendere i peperoni precedentementi cotti e tagliarli a fettine.
Lavare sotto l'acqua corrente i filetti di triglia e metterli da parte.
Prendere il riso e sciacquarlo velocemente in una scodella piena di acqua; scolarlo e mettelo da parte.
A questo punto, pronti tutti gli ingredienti da utilizzare, preriscaldare il forno a 160 gradi; ungere il fondo della teglia con un pò di olio e.v.o..
Aggiungere uno strato con metà delle fettine di patata e cipolla.
Versare il riso livellandolo bene.
Aggiungere le fettine di pomodoro e sopra di essere posizionare i filetti di triglia.
Spolverare con metà della ricotta dura grattuggiata; aggiungere le fettine di peperoni e le verdure rimaste (fettine di cipolla e patate).
Versare il brodo vegetale in modo tale che il livello arrivi a filo dell'ultimo strato di verdure.
Spolverare con la ricotta dura a lamelle rimaste (come ho detto sopra nel mio caso ho aggiunto una bella dose per ottenere una bella e saporita crosticina superficiale), un filo di olio ed infornare per un'ora, un'ora e mezza (dipende dal forno, nel mio caso un'oretta) sino a che il formaggio superficiale si sarà dorato (attenzione a non bruciarlo: io ho protetto un pò la superficie mettendo per qualche minuto prima della fine un foglio di alluminio).
Togliere dal forno, lasciare raffreddare giusto qualche minuto, tagliare e servire calda.


Con questa ricetta partecipo all'mtchallenge di maggio ringraziando come al solito le donzelle per il loro lavoro organizzativo e per questo giro Cristian che mi ha fatto conoscere e sperimentare qualcosa di nuovo e soprattutto mi ha fatto rimbalzare indietro nel tempo nel ricordare le mie spettacolari vacanze lungo la costa salentina ...

 
Un bacione a presto
Monique

sabato 27 aprile 2013

Chili di manzo con fagioli neri e cornbread

Per questo mese si vola lontano negli U.S.A. e più precisamente in Texas grazie all'emmetichallenge ed alla ricetta di Anne.
Passaporto elettronico, valigie fatte, pronti, via ....
Spero di riuscire un giorno a farmi un bel giretto anche in Texas (e magari di alloggiare in un ranch) ma per ora mi accontento di essere andata vicina e di aver visitato, rigorosamente "on the road", la California, l'Arizona, lo Utah ed il Nevada.
Ho potuto ovviamente respirare e vivere un pò di atmosfere country e tornare indietro nel tempo attraversando la suggestiva Monument Valley dove ancora oggi c'è una riserva della tribù Navajo e dove spesso e volentieri vengono girate le scene di molti film western ...
Da piccoli, immaginando i cowboys, ci si collegava direttamente alle battaglie contro gli indiani  ... in realtà il cowboy (letteralmente "ragazzo della mucca") si occupava di portare il bestiame al pascolo e di difenderlo un pò come se fosse un pastore nomade e poi con il tempo, e con il diminuire degli spostamenti delle mandrie, queste figure vennero maggiormente impiegate nei ranch.
Dovevano ovviamente mangiare durante i loro spostamenti ed è proprio qui che nasce questo piatto composto da carne di bovino essiccata facilmente trasportabile e da peperoncino essiccato ed il tutto veniva cotto a lungo sui fuochi insieme ad acqua, sale e grasso bovino.
Noi disponiamo fortunatamente oggi di carne fresca e non essiccata ma quanto sopra stà alla base della favolosa sfida di questo mese con l'aggiunta di un contorno a piacere, di un pane di accompagnamento senza lievito e la possibilità di utilizzare, per la buona riuscita del piatto, o dei peperoncini piccanti secchi o freschi o entrambi.

Per il procedimento riporto quanto indicato da Anne e le dosi utilizzate sono per due persone.
L'unica aggiunta apportata, essendo comunque concessa, è quella di un pò di passata di pomodoro in modo tale da rendere bagnata la carne senza l'aggiunta, nel mio caso, nè di brodo nè di grassi di cottura.

500 gr di manzo a bocconcini medio-piccoli
4 peperoncini freschi dolci lunghezza circa 10 cm
1 peperoncino fresco piccante lunghezza cica 10 cm
200 gr di passata di pomodoro
sale q.b.


Se utilizzate i peperoncini secchi dovete seguire questi fondamentali passaggi iniziali:
spezzettate i peperoncini secchi scuotendone fuori i semi (da eliminare) e mettete i pezzi in una ciotola, coprite i peperoncini di acqua bollente e lasciate in infusione per almeno 2 ore.
Passato questo tempo, frullateli con l’acqua di infusione fino ad ottenere una pasta leggermente densa. Passatela da un setaccio fine in modo da eliminare ogni residuo di pellicine, recuperando quanta piu’ polpa possibile.

Se invece, come me, utilizzate dei peperoncini freschi, questi vanno prima abbrustoliti in forno (circa 30/40 minuti ad almeno 180 gradi), fatti poi sudare in un sacchetto di plastica per alimenti per circa 15 minuti, spellati, eliminando i semi ed utilizzati tritati piu’ o meno sottilmente. 
Attenzione ad aerare bene l’ambiente quando si arrostiscono i peperoncini piccanti specie se sono del tipo forte, meglio utilizzare i guanti di gomma per spellarli e fare attenzione a non toccarsi la pelle o gli occhi!

Mettete la carne ed i peperoncini in una pentola di ghisa, coccio o acciaio pesante, aggiungere la passata di pomodoro, regolate di sale.
Mescolare bene e far cuocere con il coperchio (lasciate una piccolissima fessura perche’ possa uscire il vapore) a calore dolcissimo per circa 3 ore, controllando e mescolando ogni tanto.
Non e’ necessario far rosolare la carne perche’ il calore forte ne irrigidisce le fibre, rendendola poi piu’ dura da cuocere. 
Si puo’ anche mettere a cuocere in forno a circa 120C, per una cottura lenta e uniforme, col calore che circonda la pentola interamente.
Se la carne si dovesse asciugare troppo, è possibile aggiungere del brodo vegetale o di pollo/carne; tenete presente però che a fine cottura la carne non deve essere nè troppo secca ma nemmeno circondata da troppo liquido.
L’ideale e’ far riposare il chili e servirlo il giorno dopo.

Passiamo al pane di accompagnamento.
Io ho preparato per la prima volta il cornbread ovvero il pane di mais, un vero must della cucina americana.
Ci sono varie ricette in merito e tendenzialmente ho letto che nel nord lo utilizzano più nella versione dolce accompagnata con del burro o dello sciroppo di acero  mentre al sud è generalmente salato ed accompagnato da cipolla, pancetta, fagioli, peperoncino e formaggio sminuzzato.
La ricetta che ho seguito io mi ha permesso di sfornare un pane molto soffice, dalla consistenza similare ad una torta, più tendente al dolce che al salato, utilizzabile quindi sia per una colazione (con un bel velo di marmellata) che per un pasto (come quello proposto oggi) ... ottimo quindi sotto tutti i punti di vista.


Ingredienti (per uno stampo da plumcake):
140 gr di farina di mais
125 gr di farina 0
100 gr di burro
20 gr di zucchero di canna grezzo
2 uova
240 gr di latticello (nel mio caso 120 gr di yogurt bianco, 120 gr di latte e 1/2 cucchiaino di limone; far inacidire per 20 minuti)
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale

Fondere il burro in un pentolino a fuoco basso; togliere dal fuoco e mescolarlo con lo zucchero in una ciotola.
Aggiungere le uova leggermente sbattute e mescolare bene.
Aggiungere il latticello a temperatura ambiente.
Infine unire le farine, il sale, il bicarbonato e mescolare bene.
Prendere uno stampo, rivestirlo di carta forno, versare l'impasto ottenuto e livellare bene.
Infornare per 30-35 minuti a 180 gradi.

Visto che nel sud degli U.S.A., come ho scritto sopra, il cornbread è abbinato ai fagioli, alla cipolla e pancetta, ho scelto un contorno che contenesse tutti questi elementi.

Ingredienti sempre per due persone:
120 gr di fagioli neri
30 gr di pancetta fresca a fette
1/2 cipolla
olio e sale q.b.
peperoncino a piacere (ma essendoci già nel chili ho evitato di metterlo anche qui)

Mettere i fagioli in ammollo per una notte intera ricoprendoli abbondantemente di acqua non salata.
Il giorno dopo scolarli e cuocerli in acqua bollente non salata per almeno 30 minuti (devono essere abbastanza teneri).
Tenere da parte almeno un bicchiere dell'acqua di bollitura.
Tritare la mezza cipolla e soffriggerla leggermente in un tegame con un goccio di olio; aggiungere la pancetta a fette sottili e farla rosolare un pò; aggiungere i fagioli scolati ed almeno mezzo bicchiere dell'acqua di bollitura e cuocere per circa 10 minuti.
Se necessita aggiungere un altro goccio di acqua di cottura; far ritirare il liquido e regolare di sale.
Spegnere e servire subito assieme al chili di carne.




E' un piatto unico, forse nel mio caso con un eccesso di proteine sui carboidrati  ... ma così terribilmente buono, gustoso e leggermente piccante (non ho voluto/potuto farlo very strong)!

Buona domenica a tutti!!!

A presto
Monique


Con questa ricetta partecipo alla sfida di aprile MT Challenge



venerdì 19 aprile 2013

Frittatine di biete con stracchino di bufala

Se pensi che tutta questa gente viene stra-pagata, che è da quasi due mesi che è stata nominata e che non ha ancora combinato nulla di concreto, che l'Italia intera è al tracollo e senza lavoro, che le famiglie continuano a stringere la cinghia e tagliare le spese inutili per arrivare a fine mese ... e "questi" si permettono pure di fare i burloni (ma io li chiamo pure con il loro vero nome ..."imbecilli") come se avessero quindici anni o fossero al bar, al terzo giro di aperitivo ... sparando, per la nomina del Presidente della Repubblica, nomi goliardici ...
"Questi" ci sono davvero, ci fanno o si fanno???
"Questi" sono li a giocare ...
"Questi" sono li a perdere tempo ...
"Questi" sono li a rubare i nostri soldi, le nostre speranze, il nostro futuro ...
e nel frattempo, annoiati ed in attesa della votazione che porterà prima o poi alla nomina di qualcuno, si divertono un pochino ... ma si dai perchè no?
E poi si dice che non si dovrebbe augurare il male a nessuno ....... credo che ci siano dei casi in cui, tutto sommato, non sia poi così sbagliato farlo, no?

Per oggi la mia lingua biforcuta ed avvelenata ha già dato del suo meglio ...
Lasciamoci cullare da queste belle giornate primaverili e calde (anche se per il week end il tempo non dovrebbe essere per niente bello dalle mie parti) e scrolliamoci di dosso il freddo, l'inverno ed i brutti pensieri ...

Anche oggi una ricettina primaverile con le biete, le uova e per la prima volta sulla mia tavola lo stracchino di bufala ... strepitoso con il suo sapore deciso ma che si sposa bene con tutto il resto.
Naturalmente, se non lo trovate, usate pure lo stracchino proveniente dal latte vaccino o comunque un altro formaggio a pasta molle.


Ingredienti per due persone (per circa 12 frittatine):
80 gr di biete
sale e pepe q.b.
3 uova
30 ml di latte
2/3 cucchiai di parmigiano grattuggiato
100 gr di stracchino di bufala

Pulire le biete e cuocerle al vapore per una ventina di minuti (si possono anche sbollentare in acqua per qualche minuto).
Scolarle e strizzarle bene.
Sbattere le uova, il latte ed il parmigiano grattuggiato; insaporire con sale e pepe; aggiungere le biete spezzettate.
Scaldare una padella dal fondo spesso, aggiungere un filo di olio e, con l'aiuto di un cucchiaio, versare un pò di composto (massimo due cucchiai per volta).
Cuocere a fuoco moderato per un paio di minuti, voltare la frittatina, cuocere per almeno un altro minuto e metterla da parte mantenendola al caldo.
Pulire la padella con della carta assorbente, aggiungere un nuovo goccio di olio e proseguire nella realizzazione delle altre frittatine e così via sino ad ultimare il composto.
Tagliare lo stracchino a tocchetti e spalmarlo tra una frittatina e l'altra.
Impilarle e formare delle torrette.
Passarle un attimo nel forno caldo per riscaldarle e far sciogliere a dovere lo stracchino.
Servire con dell'insalatina fresca o con delle altre biete calde condite con un filo di olio, sale e pepe.


Vi saluto e vi auguro un bel week end!!!
Se farà brutto tempo, consoliamoci ... settimana prossima sarà più corta (lavorativamente parlando ... anche se magari non per tutti) e potremo approfittare di qualche giorno in più di riposo!! 

Un bacione a presto
Monique


venerdì 5 aprile 2013

Pizza alta delle Sorelle Simili

Verde, festoso, gentile
è il panorama d’aprile;
sempre dipinto a pennello
da qualche grande pittore.
Guardate il cielo che bello!
bisbiglian le viole in fiore.
Guardate il mare che incanto!
dicon le vele nel vento.
Guardate l’erba che manto!
cantan le nubi d’argento.
Sono fratelli e compagni
torrenti, rivoli e stagni;
sono compagni e fratelli
passeri, tordi e fringuelli;
son fedelissimi amici
steli, germogli e radici.

Luciano Folgore - poeta italiano -

Sarà che "non ci sono più le stagioni di una volta" ... ma io in questo inizio aprile non ho ancora visto nulla di quello che viene citato in questa poesia ;-))) vabbè ... noi aspettiamo ...

Sopravvissuti alle feste pasquali??
Quest'anno ho fatto la brava, mi sono limitata con i dolci e non mi è avanzato nessun ovetto di cioccolato (QUI nel caso trovate la mia ricetta dell'anno scorso per consumare un pò di ovetti) ... in compenso mi è avanzato metà barattolo di grano cotto utilizzato per preparare la pastiera napoletana e ne ho approfittato per fare una torta alternativa alla pastiera ma ugualmente molto profumata che vi posterò nei prossimi giorni.

Stasera voglio invece parlarvi della nostra amata pizza.
A me piace sia alta e morbida che bassa e croccante ed a casa le preparo entrambe ...
Ultimamente però, almeno una volta a settimana, la stò preparando sempre alta perchè ho provato e riprovato questa ricetta delle Sorelle Simili (che voi tutti conoscerete sicuramente) e l'ho trovata strepitosa e perfetta nei tempi e nelle dosi.

Le Sorelle sul loro libro Pane & Roba Dolce scrivono: " Questa è la pizza del fornaio cotta in una normale teglia nel forno di casa ... è necessario che il forno sia molto alto 240 - 250 gradi ed è vitale cuocerla in due tempi.
Prima si cuoce la sola pasta con il pomodoro (14-16 minuti avendo cura di girare la teglia a metà cottura mettendo dietro la parte vicina allo sportello del forno) che chiameremo "ciabatta" e poi si guarnisce a piacere completando la cottura per altri 7 minuti.
La "ciabatta" si conserva bene in freezer.
Sarà così più veloce prepararla: toglierla dal freezer e quando sarà a temperatura ambiente guarnitela con mozzarella, origano ed olio e portate a cottura."


Ingredienti per una leccarda da forno:
500 gr di farina 00
250 gr di acqua
50 gr di olio
25 gr di lievito di birra
10 gr di sale

farcitura superficiale a piacere

In due ciotoline far sciogliere in acqua tiepida il lievito ed il sale grosso (utilizzare l'acqua sopra indicata).
Impastare la farina con l'olio, aggiungere il lievito sciolto nell'acqua ed in ultimo il sale grosso sempre sciolto nell'acqua fino ad ottenere un composto omogeneo ed un pò appiccicoso.
Versare l'impasto in una ciotola unta di olio e lasciarlo riposare per almeno un'ora e mezza.
Trascorso questo tempo riprendete l'impasto e lavoratelo per qualche minuto per eliminare tutti i gas; versare nuovamente l'impasto nella ciotola e lasciarlo lievitare ancora per circa un'ora e mezza.
Passato questo ulteriore tempo di riposo, stendere l'impasto sulla leccarda del forno unta di olio, lavorarla con le mani e lasciarla lievitare per almeno altri trenta minuti.
Quando siete pronti per la cottura, versare solo la polpa di pomodoro ed infornare in forno già caldo modalità statica a 240 gradi per circa 14/16 minuti.
Togliere dal forno, completare la farcitura a piacere (mozzarella, prosciutto, origano, etc) ed infornare per altri 7 minuti, il tempo che la mozzarella si fonda e rimanga leggermente rosata.
In questo modo avrete la pasta cotta e la mozzarella piacevolmente morbida altrimenti rischiate di avere la mozzarella morbida e la pasta cruda oppure la pasta cotta e la mozzarella trasformata in vero cuoio.


Provatela a fare e poi mi dite come vi sembra .... 

Vi auguro un week end ... riposante e spensierato!

Un bacione
Monique

domenica 24 marzo 2013

Finocchi gratinati con crescenza, pangrattato e semi vari

E dopo la "ventata estiva" del precedente post, torniamo a qualcosa di più invernale con i finocchi ...
Siamo ancora nella stagione giusta per mangiarli e soprattutto sono ancora una buona alternativa agli asparagi che ahimè hanno fatto la prima comparsa dai fruttivendoli ma con dei prezzi un pò troppo proibitivi per il momento .... aspettiamo dopo Pasqua e stiamo a guardare ...
Nel frattempo, tanto per cambiare, da ieri piove e, notizia delle notizie, lo farà per tutta la settimana, Pasqua e Lunedì dell'Angelo incluso ... ed io che devo andare proprio a Pasquetta ad un matrimonio e volevo sfoggiare il primo sandalo aperto della stagione ..
Tenendo anche conto che la temperatura massima prevista è di 9 gradi e la minima 5 e che quindi non fa nemmeno caldo, mi sa che mi tocca rivedere un pò il look ...
Io comunque stò cercando di chiudere il capitolo invernale, ho fatto dei colpi di sole per ravvivare il mio biondo cenere, ho in programma qualche trattamento per risvegliare un pò il corpo già in preda alle trasformazioni, ho in mente di sfruttare il prossimo cambio dell'ora di settimana prossima per poi riuscire a fare alla sera un pò di camminate alternandole alle sessioni di piscina e palestra che mi fanno davvero sentire bene in questo momento ... dai dai, ci dobbiamo un pò svegliare dal letargo nonostante il tempo non abbia davvero voglia di darci una mano ...
Ah ho ripreso a mangiare anche delle belle insalate ... ne sentivo davvero il bisogno dopo mesi di verdurine cotte ...

Ma torniamo ai finocchi ...
Vi propongo un secondo piatto molto gustoso e veloce da preparare ... volendo potete anche consumarlo come piatto unico con delle dosi maggiori.
E' uno di quei piatti che volendo ti risolvono una cena ....


Ingredienti per due persone:
2/3 finocchi
125 gr di crescenza
pangrattato e semi vari a piacere
olio, sale e pepe q.b.

Lavate bene i finocchi, tagliateli a spicchi sottili e pozionateli in una pirofila da forno, precedentemente spolverata di pangrattato.
Salate e pepate i finocchi poi, con l'aiuto di un cucchiaio, aggiungere la crescenza.
Aggiungere un filo di olio.
Spolverare con del pangrattato ed una manciata di semi vari.
Infornate in forno caldo a 180° per circa 20/25 minuti, o comunque fino a quando i finocchi saranno leggermente colorati.


Buona domenica a tutti!!!

A presto un bacione
Monique

domenica 27 gennaio 2013

I pici incontrano i bruscitt varesotti

Dopo la mia bigiatura dello scorso novembre e la pausa natalizia, rieccomi con la nuova sfida dell'emmetichallenge che per questo mese prevede la preparazione dei pici così come ce li propone la nostra amica toscana Patty del blog Andante con gusto.
Patty esordisce dicendo che è affascinata dalle ricette che raccontano l'abilità di ricavare grande sapore dal poco o niente e ci spiega che i pici, lacci di acqua e farina antenati degli spaghetti e pasta "contadina", rappresentano per lei l'estrema povertà ed essenzialità.
Naturalmente questo è il sunto di un bellissimo post che vi invito ad andare a guardare e sono le parole chiave che mi hanno permesso di elaborare la mia personale versione di questa pasta "filata" a mano.
Patty ha proposto un piatto della sua terra ed io la vorrei condire "con le mie briciole" (ma non di pane) locali.

In realtà i "bruscitti", in dialetto varesotto "bruscitt" -le briciole-, non sono un condimento ma un vero e proprio piatto di carne generalmente accompagnato con della polenta un pò soda.
L'origine della ricetta è legata all'economia povera e nello specifico alle concerie della Valle Olona dove si recuperavano i brandelli di carne del bestiame macellato; si ipotizza anche che la carne utilizzata provenisse dagli scarti dei macellai dopo il taglio delle parti nobili destinate alle mense dei ricchi.
La carne quindi di recupero veniva cotta molto lentamente in una pentola di terracotta, veniva aromatizzata con dell'erbabona (finocchio selvatico) che si trovava spontaneamente nei campi e sfumata verso la fine con del vino rosso corposo.
Ci sono oggi diverse versioni di questo piatto: c'è chi utilizza per comodità la carne già macinata (in realtà deve essere sminuzzata al coltello), chi utilizza dei chiodi di garofano al posto dei semi di finocchio o aggiunge delle verdure o della salsa di pomodoro, chi utilizza l'olio al posto del burro  ... ma a questo punto non si può parlare più di bruscitt.
Io ho voluto dunque prepararli nella loro versione originale ed utilizzarli come condimento per i pici toscani preparati con la ricetta della nostra Patty che riporto qui sotto integralmente solo con le dosi dimezzate:

Ingredienti per 2 persone:
100 gr di farina 00
50 gr di farina di semola rimacinata
1 generoso cucchiaio d'olio e.v.o.
1 pizzico di sale
acqua q.b.

La quantità di acqua è variabile dal tipo di farina che userete.
In genere per questa quantità di farina un mezzo bicchiere o poco meno è sufficiente ma occorre osservare quanta ne incorpora l'impasto per essere morbido e malleabile.
La proporzione dell'uso delle due farine è sempre 2:1, ovvero due parti di 00 ed una di semola rimacinata conferisce struttura all'impasto e pertanto non è necessario utilizzare le uova.
Fare la fontana con le due farine miscelate; versare l'olio, il pizzico di sale e cominciare a versare lentamente l'acqua incorporando la farina con una forchetta.
Non esagerare con il sale perchè indurisce la pasta.
Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciare ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani.
Se necessario aggiungere acqua o farina.
Piegare la pasta su sè stessa come quando impastate la pasta all'uovo e non stirate mai troppo l'impasto per non sfibrarlo.
Massaggiare con energia per almeno 10 minuti in modo da ottenere una pasta liscia, vellutata ed abbastanza morbida.
Farla riposare mezz'ora avvolta nella pellicola.


Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il mattarello ad uno spessore di 1 cm.
Con un coltello affilato tagliare tante striscioline larghe circa 1 cm e coprire il resto della pasta con la pellicola affinchè non si secchi.
Cominciare a "filare" i pici rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
Quando si tirano i pici molto lunghi la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungangoli fino ad esaurire la pasta.
Una volta tirato il picio fatelo rotolare nella farina di semola affinchè non si appiccichi agli altri.
Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.
Alcune note/consigli sempre di Patty:
- Non tirare pici lunghissimi: la lunghezza non influisce sul sapore;
- Ricordare che la pasta cresce in cottura e quindi il picio non deve essere troppo grosso; all'incirca la dimensione corretta è quella del bucatino;
- I pici non sono perfetti e se si rompono mentre li fate vanno bene comunque;
- Spolverarli con la farina di semola (o fioretto), smuoverli ogni tanto nella farina per farli asciugare e non farli appiccicare e scuoterli con delicatezza prima di immergerli in acqua. 



Per i bruscitt (porzione leggermente più abbondante da non utilizzare tutta come condimento):
500 gr di carne di manzo (spalla, fustello o cappello del prete)
40 gr di burro
30 gr di lardo a fettine sottili
1 bustina di semi di finocchio
1 spicchio di aglio (facoltativo)
sale e pepe q.b.
100 ml di vino rosso

Tagliare la carne a pezzetti grossi come una mandorla (chi volesse la può tagliare anche più finemente).
Tagliare il burro a dadini e tagliuzzare le fettine di lardo.
Io preferisco le fettine fini di lardo che un'unica fetta spessa perchè trovo che si sciolga più facilmente.
Non ho messo l'aglio perchè non piace a mio marito ed ho utilizzato una bustina di semi di finocchio (si quelle delle tisane per intenderci; non ho trovato i semi sfusi e la bustina è un'ottima alternativa al sacchetto di garza.
Mettere tutto quanto nella pentola di terracotta e cuocere a fuoco basso per un'oretta rimestando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.
Se la carne si asciuga troppo aggiungere un pezzetto di burro (non aggiungere nè acqua nè olio).
Quando si è prossimi alla fine cottura aggiungere il vino rosso, alzare la fiamma e lasciar sfumare per qualche minuto senza il coperchio, poi riabbassare la fiamma e cuocere ancora per altri dieci minuti circa.
Regolare di sale e pepe solo a fine cottura.

Far bollire abbondante acqua salata, versare i pici e cuocerli circa 5 minuti.
Quando saliranno a galla e riprenderà il bollore saranno pronti.
Scolare e condire con i bruscitt pronti.




Qualche nota conclusiva.
Sono riuscita a lavorare con estrema facilità la palla di pasta (forse anche perchè la dose era nel mio caso dimezzata) e "filare" i pici è stato semplice e divertentissimo.
Certo ci vuole tempo, però la pasta si lavora bene ed è stato un vero piacere prepararli.
Cotti, scolati e conditi .... la pasta era assolutamente favolosa, buona e cotta al punto giusto!

Grazie ancora una volta all'MTC (tramite Patty) per averci stimolato a preparare questo tipo di pasta che, sono sincera, non avrei mai preparato!

Un bacione a presto

martedì 18 dicembre 2012

Calamari ripieni di boulgur su letto di cavolfiori



Manca una settimana giusta giusta a Natale.
Ho steso una bella lista delle cose da fare/comprare.
Vorrei davvero essere più tranquilla come dice l'immagine che ho allegato ... ma no  so perchè nei giorni che precedono il Natale vado in panico e non ricordo più nulla ... ci sono ancora alcuni regali da acquistare, le ultime cose lavorative da completare prima dei giorni di vacanza, le commissioni varie, alcune consegne di regali fatte anticipatamente (anche per conto dei miei),  l'acquisto di quei sacchettini assolutamente necessari per i regalini piccoli, il pranzo con l'ufficio, le cene e le panettonate con gli amici ... pensi ah domani sera sono libera posso fare tardi ed andare a fare qualche acquisto ... e poi no, c'è la cena organizzata da un mese ... cavoli è vero ...
Poi ovviamente le cose da comprare per il pranzo che a me tocca il giorno di S. Stefano ... allora anche li stendi il menù originario, poi fai le modifiche delle modifiche e così via ... ora dovrei essermi quasi decisa al 100% (anche perchè prima o poi lo devo anche stampare questo menù e poi non si può più variare ...) e poi eccomi a scrivere la lista delle cose da comprare ... una parte ovviamente va presa anticipatamente per non trovare troppo casino al supermercato e soprattutto per non rischiare di "non" trovare determinate cose (l'anno scorso ho dovuto girare tre supermercati per trovare tutto quello che mi serviva .... eh no quest'anno donne non mi fregate ;-) ... e poi ci sarà una parte da acquistare la mattina stessa per avere il cibo super fresco (beati supermercati che il 26 mattina siete aperti .... lo so mi spiace per chi ci lavora ... ma visto che ci siete meglio approfittarne ...) ....

Naturalmente io sono ancora nella fase "light pre-Christmas" ... quando ce la faccio ed una minima voglia di cucinare si impossessa di me, preparo piatti unici, saporiti ma abbastanza leggeri per arrivare in forma, come già più volte vi ho scritto nei precedenti post, alle feste ....
Da Natale in poi voltiamo pagina e prendiamo quello che viene ... se arriviamo al 25 vuol dire anche che abbiamo passato indenni la data della fine del mondo ... e quindi che ce frega più ... mangiamo e festeggiamo finchè ci è concesso ...

Al momento non ho fatto prove del menù di quest'anno ma anche perchè, tranne il primo che sarà una lasagna che verrà presentata in una sorta di cestino monoporzione, non ho in mente di fare nulla di particolare o di nuovo ...
Vi lascio però un paio di idee tratte dal mio menù di S. Stefano dell'anno scorso che magari vi potrebbero interessare:

tartufini di caprino con pistacchi di Bronte


fagottini di crepes con mozzarella di bufala



Passiamo ora alla ricettina di oggi

Ingredienti per 2 persone:
2/3 calamari di media grandezza (circa 400 gr)
70 gr di boulgur
1 spicchio di aglio
qualche filetto di acciuga
prezzemolo fresco tritato
un pizzico di curcuma
un goccio di vino bianco
olio, gomasio e pepe q.b.
350 gr di cavolfiori



I calamari devono essere ben puliti (l'ideale è farseli già totalmente pulire dal pescivendolo).
Lavarli con acqua fredda, staccare i tentacolini e tagliarli finemente.
Mettere l'acqua sul fuoco con un pò di dado; quando bolle aggiungere il boulgur e cuocere.
Seguire le indicazioni riportate sulla confezione nel mio caso l'acqua doveva essere 2,5 volte la quantità del boulgur ed il tempo di cottura era di soli 7 minuti.
In una padella rosolare con un goccio di olio e.v.o. uno spicchio di aglio; aggiungere qualche filetto di acciuga ed i tentacolini tagliati finemente.
Rosolare qualche minuto ed aggiustare di gomasio e pepe.
Terminata la cottura aggiungere una manciata di prezzemolo fresco tritato.
Mescolare il boulgur con i tentacolini rosolati, aggiungere un pizzico di curcuma, un pizzico di pepe e mescolare bene.
Con questo composto riempire le sacche dei calamari chiudendoli con un paio di stuzzicandenti incrociati sull'apertura degli stessi.
Disporli su di una teglia oleata; aggiungere un filo di olio ed infornare a 180 gradi per circa 20 minuti.
A metà cottura bagnare con un goccio di vino bianco.
Prendere i cavolfiori.
Io li ho cotti il giorno prima al vapore (meno di venti minuti per mantenere integre tutte le sostanze).
Tagliarli a pezzetti abbastanza fini e passarli velocemente in una padella per insaporirli con un filo di olio ed un paio di acciughe aggiustando di sapore.
Comporre il piatto posizionando un pò di cavolfiori sul piatto e le fettine di calamari.


Bene bene!
Buon appetito a tutti e ci risentiamo prima di Natale per farci tantissimi auguroni!!!!

A presto un bacione
Monique




mercoledì 28 novembre 2012

Pollo glassato Gordon Ramsey style

"Non so vivere secondo un modello e non potrò mai servire da modello a qualcuno; invece, quel che farò sarà vivere la mia vita come mi piace, qualunque cosa accada".
Lou Andreas Salomè
-scrittrice e psicoanalista tedesca di origine russa-

Questa frase l'ho appena letta dal nuovo libro che stò leggendo "Venere in metrò" di Giuseppe Culicchia.
E' fortissimo sin dalle prime pagine perchè osserva, con molta ironia, l'attuale borghesia di Milano celebrando tutti i vari trend (tipo l'apericena) e nel contempo il suo lento declino.
Pagina dopo pagina dovrebbe portare ad un happy end insegnandoci che solo toccando il fondo si può ricominciare a vivere, spogli di tutto ma molto più ricchi dentro.
Potrei poi consigliarlo a qualcuno di mia conoscenza ...  chi sa mai che potrebbe trarre qualche spunto per scendere dal piedistallo ... ma dubito ;-) .... ah la mia linguaccia cosa tira fuori ...
In questo momento, con questa pioggia incessante, mi vedrei bene a proseguire questa divertente lettura condita da aggiornamenti di stato su FB, twittate e frasi del tipo "shopping is cheaper than psychiatry" a casa al calduccio, bevendo una bella cioccolata o un the caldo mentre nel forno lievita una bella torta profumata .... sarebbe dabbero il massimo ....

La ricetta che vi propongo oggi è FAVOLOSA!
Non lo dico per vantarmi, anzi ... di per sè è semplicissima e veloce da fare ... il tempo più lungo è la cottura in forno ma noi "cuoche" personalmente dobbiamo fare davvero molto poco.
Scrivo che è favolosa perchè le coscette di pollo rimangono morbide e gustosissime grazie a questa speciale glassatura ... credetemi va assolutamente provata!
Questa ricetta dello stra-famoso Gordon Ramsey mi è capitato di leggerla casualmente su internet (non ho nessun suo libro lo ammetto) e poi sono rimasta folgorata dalle foto pubblicate poco meno di un mesetto fa dalla nostra cara Sabina che l'ha realizzata.


Ingredienti per due persone:
2/3 cosce di pollo
olio e.v.o.
sale e pepe q.b.
2 cucchiai di miele (nel mio caso di acacia)
2 cucchiai di salsa di soia
il succo di mezzo limone
1 cucchiaio di aceto di vino

 
Preriscaldare il forno a 200 gradi.
Insaporire le cosce con l'olio, il sale ed il pepe e disporle in una teglia rivestita di carta forno.
Infornare per circa 20 minuti.
Nel frattempo preparare la glassa mescolando il miele, la soia, il succo di mezzo limone ed il cucchiaio di aceto di vino.
Tirare fuori la teglia con le cosce e spennellare bene con la glassa ottenuta.
Rimettere in forno e cuocere per altri 20/30 minuti fino a quando non risulteranno dorate.
Rigirare le cosce in cottura almeno un paio di volte.
Far riposare qualche minuto prima di servire ed accompagnare con delle patate o delle verdure a piacere.
 
Buona e facile da preparare ...  scusate se insisto nuovamente!
 
Ah dimenticavo ... manca poco meno di un mese a Natale e non sono ancora pronta ... non ho preparato nessun dolce natalizio, nessun biscottino speziato, nessun addobbo, qualche piccolo regalo ma sono solo all'inizio, poche idee per il menù di S. Stefano, troppe cose per la testa che mi stanno distraendo dal mondo intero ... ce la farò? Oppure magicamente arriva il mese nuovo, 1 dicembre e tac .... magari arriva anche la neve e vengo catapultata nel Natale più magico? ;-) 
 
Un bacione a presto
Monique
 
 


mercoledì 14 novembre 2012

Seppioline con biete da costa, carote e pomodorini

"Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi!"
Benjamin Franklin - scienziato e polico statunitense

Buongiorno a tutti e buon mercoledì!
Sono arrabbiata con il tempo, è inutile ... mi lamentavo del freddo e piovoso week end scorso e poi in questi giorni è uscito come al solito un sole bellissimo! Si prende davvero gioco di noi!
Quantomeno non abbiamo subìto danni ed allagamenti come purtroppo è successo in molte zone italiane e soprattutto in Toscana.
La nostra amata Terra si stà ribellando sempre più ... però purtroppo continuo a non capacitarmi del perchè non vengano programmati determinati lavori di manutenzione preventivi e bisogna sempre aspettare che succedano questi eventi portatori anche di morte ...
Naturalmente dopo il danno c'è anche la beffa perchè quello che costa cento per una normale manutenzione oggi ci costa quattro volte tanto per sistemare quanto distrutto, se non di più ...
Perchè non vengono stanziati fondi per contrastare questi grossi problemi idrogeologici del nostro paese però vengono "buttati" soldi in cavolate tra cui stipendi da re e regine ed agevolazioni per quella massa di ..... ??

Oggi non mi fermo qui perchè sempre rimanendo in tema di "il disastro si poteva evitare" sia ieri che lunedì sera hanno mandato in onda a Striscia la Notizia dei servizi girati da Max Laudadio nel mio paese di nascita Somma L.do (VA) dove in sostanza, a causa di alcune perdite -risapute da anni- delle tubazioni della fognatura comunale, lo scorso giugno è crollata una collina sulle sponde del fiume Ticino e con essa anche la villa di una famiglia ...
Per la sistemazione di queste perdite il Comune aveva richiesto anni fa alla Regione Lombardia dei fondi pari a 450.000,00 ovviamente mai concessi ... oggi questo crollo costerà a tutti noi, si perchè pagheremo sempre noi, circa 3.000.000,00 di euro ... abbiamo fatto un affare no?
Credo che approfondiranno ancora l'argomento e se magari seguite quella trasmissione vi ricapiterà di vedere un nuovo servizio in merito.

Scusate se mi sono dilungata ma per me ritrovarci qui è un pò come incontrarsi in un salottino (magari d'estate in un bel parco) dove si beve un thè insieme e si fanno due chiacchiere ... si parla di un pò di tutto, da come si stà, alle cose che non vanno, da come si mangia, alle cose molto più superficiali e leggere, al nuovo stampo per dolcetti comprato .... al Natale che arriva troppo in fretta e non ci sentiamo ancora pronti ... io mi sento già quasi in ansia e non ho ancora minimamente connesso che manca poco più di un mese ...

Passiamo alla ricettina di oggi molto semplice, buona e bilanciata come piace a me ideale per risolvere la cena in un bel piatto unico! ;-)

 
Ingredienti per 2 persone:
1 scalogno
400 gr di biete da coste
una decina di pomodorini
una carota a dadini
olio gomasio pepe q.b.
parmigiano
 
1 spicchio d'aglio
una decina di seppioline
un goccio di vino bianco
 
prezzemolo fresco tritato
 
Pulire le biete e tagliarle a pezzetti; lavarle bene e metterle da parte dividendo i gambi più duri dalle foglie.
Prendere le seppioline e se necessario pulirle (altrimenti fatevelo fare dal pescivendolo).
Pulire la carota e tagliarla a dadini; lavare i pomodorini e tagliarli a metà o in quattro.
In una padella con un goccio di olio far rosolare lo scalogno tritato; aggiungere i gambi delle biete e cuocere per almeno dieci minuti (i gambi sono più duri e ci vuole più tempo a cuocere rispetto alle foglie); aggiungere anche le foglie delle biete e la carota a dadini e continuare la cottura per un'altra decina di minuti scarsi; in ultimo, proprio a cottura quasi ultimata, aggiungere anche i pezzetti di pomodoro.
Regolare di gomasio, pepe ed aggiungere una spolverata di parmigiano grattuggiato.
Nel frattempo in un'altra padella con un goccio di olio, rosolare lo spicchio d'aglio e cuocere le seppioline; sfumare dopo pochi minuti con del vino bianco e proseguire la cottura per una decina di minuti.
Impiattare mettendo alla base le verdure calde, aggiungere le seppioline e concludere con una bella manciata di prezzemolo tritato fresco.

 
Vi auguro una buona giornata!
 
Un bacione a presto
Monique

sabato 10 novembre 2012

Paccheri gratinati con crema di zucca e salsiccia

Come al solito quando arriva il fine settimana piove! Ma perchè?
Non chiedo delle giornate iper solari come i giorni scorsi, ma nemmeno la pioggia che non ti permette davvero di fare niente all'aperto. :-(
Avete visto adesso come le chiamano le perturbazioni? Dopo i nomi mitologici degli anticicloni estivi, siamo passati ai "freddi" numeri ... quella che è arrivata dunque ieri sera è la perturbazione n°3 di novembre ... ed ogni mese la numerazione riparte da 1 e così via ... che tristezza, come se poi cambiasse qualcosa sapere che è la prima o la quinta ... mah, di certo non sanno più cosa inventare! ;-)
E quindi in una giornata uggiosa ,dopo aver fatto le classiche pulizie del sabato, che si fa?
Divano, tv, pc, libri ... e dico libri perchè in questo momento ne stò leggendo addirittura tre ... non potevo rinunciare a comprarmi "I magnifici 20" di Marco Bianchi (vi ho già parlato di lui in alcuni precedenti post) e poi ho preso in biblioteca "I Regali Golosi" di Sigrid Verbert che tutti conoscete per ricavare magari qualche idea per Natale e un romanzo di una scrittrice francese Katherine Pancol "Gli occhi gialli dei coccodrilli", il primo di una trilogia che racconta le vicende di due sorelle diametralmente opposte in una Parigi dei giorni nostri.
Mi avevano colpito i titoli decisamente originali della trilogia (il secondo si chiama infatti "Il valzer lento delle tartarughe" e l'ultimo "Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì") e naturalmente le belle recensioni lette su internet.
In effetti non è male avere da leggere più cose perchè almeno si ha la possibilità di prendere in mano il testo migliore in quel determinato momento in base a come ci gira ed al tempo che si ha a disposizione.

Oggi vi propongo una di quelle ricettine ideali da fare la domenica o quando c'è qualche ospite ... la pasta ripassata in forno fa sempre la sua bella figura e fa subito festa!!!
Quella di oggi è accompagnata con una dolce crema di zucca, la regina dell'autunno e con la saporita salsiccia che rende il piatto ricco e gustoso.


Ingredienti per due persone:
150 gr di pasta (nel mio caso paccheri)
150 gr di zucca
150 gr di salsiccia
1 spicchio di aglio
un goccio di vino bianco
parmigiano grattuggiato
pangrattato
olio e.v.o.
salvia
sale e pepe q.b.

Tagliare grossolanamente la zucca e frullarla in un mixer assieme a qualche foglia di salvia ed un pizzico di sale e pepe.
In una padella con un filo di olio rosolare l'aglio ed aggiungere la salsiccia sbriciolata e senza pelle.
Sfumare con un goccio di vino bianco, aggiungere la crema di zucca e cuocere per circa 10/15 min.
A fine cottura regolare di sale e pepe (attenzione a non salare troppo perchè la salsiccia è già di per se molto saporita e salata).
Nel frattempo cuocere la pasta in acqua poco salata; scolarla molto al dente e mescolarla con il ragù di zucca e salsiccia.
Versare  il tutto in una teglia rivestita con la carta forno, cospargere con del parmigiano e del pangrattato, aggiungere un filo d'olio ed infornare per 15 minuti a 180 gradi.
Togliere dal forno e servire calda.  


Vi auguro un buon fine settimana!!!!
Un bacioneeeee

A presto
Monique

Con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia e Valentina - colors food di novembre

giovedì 8 novembre 2012

Risotto con sfilacci di cavallo, peperone e stracchino

Ieri stavo sfogliando un giornale che ha comprato mia mamma e mi sono imbattuta in una notizia pazzesca.
In un momento di così tale crisi in cui ci sono famiglie che magari non arrivano a fine mese, ci sono persone invece che hanno avuto la brillante idea di aprire a Milano (e dove altrimenti ...) un negozio di abbigliamento, mangimi ed accessori per animali (e fin qui niente di strano) che offre anche un servizio di "agenzia matrimoniale", dove quindi fanno conoscere i padroni, fanno conoscere i cani e se scoppia il colpo di fulmine organizzano il matrimonio con tanto di abiti sartoriali, torte personalizzate, inviti, lista nozze, etc etc ....
Se hanno aperto questa attività è perchè di sicuro c'è gente che potenzialmente utilizza questo servizio e per carità ognuno può fare quello che vuole ma, per quanto mi riguarda, non c'è limite alla decenza.
Tra l'altro adoro gli animali e non me li posso proprio vedere "addobbati" dai loro padroni che si "divertono" a spendere soldi per queste scemenze ... mah .... e poi ci domandiamo come andrà a finire il mondo ...

Cambiando discorso sempre ieri girava per il web quella bellissima foto di Obama che abbraccia la moglie dopo la notizia della sua vittoria (e poverino .... non lo invidio nemmeno con i grossissimi problemi che ha da affrontare ....) ... mi sono divertita un mondo ad immaginare la stessa foto scattata a qualsiasi nostro vecchio politico italiano, con la dentiera che a momenti cade e magari in sedia a rotelle attaccato alla sua bella cadreghetta sino alla morte .... c'è una bella differenza eh????

Passiamo alla ricettina di oggi va che per oggi mi sembra già di aver dato con la mia linguaccia biforcuta! ;-)

E' una ricetta rimasta nel mio archivio dal mese scorso.
Non a caso ho utilizzato ancora un peperone che praticamente si trova ancora dal fruttivendolo ma in realtà non è più di stagione.

 
Ingredienti per 2 persone
160 gr di riso
50 gr di sfilacci di cavallo
brodo vegetale q.b.
mezzo scalogno tritato
un goccio di vino rosso per sfumare
80 gr di stracchino
1/2 peperone
 
Far soffriggere lo scalogno con un goccio d'olio, unire il riso, lasciarlo tostare, sfumare con il vino rosso e poi aggiungere il brodo.
Far cuocere a fiamma vivace per il tempo indicato sulla confezione del riso stesso.
Dopo qualche minuto aggiungere gli sfilacci di cavallo.
Nel frattempo prendere il peperone (io ne ho usato solo metà), tagliare qualche listarella e metterla da parte e la restante, pulita ovviamente dai semini, l'ho frullata a crudo.
Rilascia quindi il suo sapore ma senza coprire gli altri e vivacizza i colori del risotto stesso.
A circa tre minuti prima della fine cottura aggiungere anche il peperone frullato.
Completare la cottura e mantecare alla fine con lo stracchino, regolando di sale se necessario.
Impiattare, decorare con le listarelle crude di peperone (a me piace sentire proprio la croccantezza ma per chi non lo digerisce è meglio evitare) e servire caldo.

 
E' un risotto molto goloso, ricco di sapore "affumicato" donato appunto dagli sfilacci di cavallo, con questa lieve nota dolce del peperone e la cremosità del formaggio stracchino a pasta molle.
 
Un bacione a presto
Monique
 
 

lunedì 5 novembre 2012

Insalata autunnale con cavolo cappuccio, mela, uvetta e pollo marinato allo yogurt e lime

"Ci si ammala perchè si mangia sempre la stessa cosa!"
(Ippocrate)

Halloween è andato così come è volato questo magnifico ponte ...
Come vi accennavo nel precedente post, io ne ho approfittato per staccare un pò la spina ... mi sono rilassata in un nuovissimo centro termale in Valpolicella in provincia di Verona, ho mangiato dei buonissimi piatti in un agriturismo della zona (tra cui un brasato all'Amarone da leccarsi i baffi), ho fatto visita ad una cantina ed ho degustato vari vini tra cui il Valpolicella Superiore, il Ripasso, l'Amarone ed il dolce Recioto (che ho scoperto essere rosso al contrario del Recioto bianco che si trova a Soave ... non si finisce mai di imparare ...), sono andata a far visita ai miei parenti a Brescia cogliendo anche l'occasione per andare a trovare chi purtroppo non c'è più ...
Insomma di tutto un pò oltre al fatto che sono rientrata e che, complice questa pioggia che non accenna a smettere, ho dedicato anche un pò di tempo al dolce far niente ed alla lettura .... non potevo chiedere di meglio.
Ora andiamo dritti dritti a Natale .... siete pronti??? Io ho visto i primi panettoni e c'era da aspettarselo! 

Oggi vi propongo un'altra insalata autunnale (qui trovate l'altra che ho pubblicato circa un mese fa).
Dovremmo cercare di non perdere l'abitudine di prepararle anche nei mesi più freddi ... io ci stò provando ma ovviamente non riesco a mangiarla così spesso.
L'elemento principale di base è il cavolo cappuccio: io l'ho sempre mangiato cotto ma in effetti è molto buono anche crudo, tagliato sottilmente.
Fa parte della famiglia delle crucifere (così come i broccoli, i cavolfiori, le cime di rapa, etc).
Ho scoperto, grazie a Marco Bianchi (scienziato-chef n.d.r.), che la loro cottura prolungata fa perdere tutte le sostanze nutritive ed antitumorali e che pertanto sarebbe preferibile consumare queste verdure crude o cotte al vapore o stufate per massimo una ventina di minuti.
La "cottura breve" limita quindi il problema conservando le loro proprietà e riducendo l'odore causato dai composti solforati presenti.
Sempre Bianchi consiglia di aggiungere mezzo bicchiere di latte durante la cottura per attenuare (ma non eliminare) l'odore.
Mi piace condividere e scambiare con voi queste informazioni ma lungi da me fare la maestrina! ;-)


Ingredienti per 2 persone:
300/350 gr di cavolo cappuccio
1 mela
2 cucchiai di uvetta ammollata
un pizzico di semi di cumino
gomasio (al posto del sale) q.b.
fette di pane integrale

250 gr di pollo
3 cucchiai di yogurt greco
succo di 1/2 lime
olio e.v.o.
sale e pepe q.b.

Tagliare il pollo in bocconcini regolari e marinarli per almeno mezz'ora con i cucchiai di yogurt, il succo di mezzo lime, un pizzico di pepe nero, sale ed un filo di olio.
Nel frattempo affettare finemente il cavolo cappuccio, precedentemente lavato ed asciugato, ed ammollare l'uvetta in una ciotolina con dell'acqua.
Tagliare una mela a dadini e, in attesa di utilizzarla nell'insalata, mettetela in una ciotola con dell'acqua ed il succo della metà di lime avanzato.
Prendere il pollo e cuocerlo in una padella per 10/15 minuti sino a che non sarà adeguatamente cotto e dorato.
Togliere l'uvetta dall'acqua e comporre l'insalata con il cavolo cappuccio, l'uvetta stessa, i bocconcini di pollo, dei pezzetti di pane integrale (volendo lo si può passare nella padella dove abbiamo cotto il pollo per insaporirlo e tostarlo un pò), la mela a pezzetti.
Condire con del gomasio, un filo di olio e.v.o. ed un pizzico di semi di cumino.
Questi semi di cumino possono non piacere a tutti per il loro gusto aromatico però è bene sapere che sono ricchi di fibre, favoriscono la digestione e contrastano il gonfiore addominale.


Vi auguro una buona settimana!

A presto
Monique

sabato 27 ottobre 2012

Bocconcini di triglia e merluzzo con fricandò di verdure

Sono caduta malata ... ebbene si, questo tempo ballerino con sbalzi di temperatura di oltre 10 gradi mi ha messa un pò fuori gioco in questi giorni.
Ma eccomi nuovamente qui in fase di guarigione, più o meno pronta per il week end (che per me generalmente inizia purtroppo non prima del sabato pomeriggio), pronta per dormire un'ora in più stanotte perchè si sposta l'ora e pronta per una domenica all'insegna della cucina, dello svacco sul divano e della visione di un film dietro l'altro ... si perchè domani danno pioggia tutto il giorno e se l'alternativa è uscire per rinchiudermi dentro ad un centro commerciale ... beh preferisco mille volte starmene tranquillamente a casa! ;-)  

Ho visto una puntata registrata della trasmissione I Menù di Benedetta di circa metà settembre con ospite Marco Bianchi.
L'ho già citato in un mio precedente post per la sua partecipazione al convegno tenuto a Milano.
E' un chimico-chef che collabora con l'Istituto Europeo di Oncologia e la Fondazione del Dott. Veronesi, ha scritto due libri "I Magnifici 20 - i buoni alimenti che si prendono cura di noi" e "Le Ricette dei Magnifici 20" ed, unitamente all'attività scientifica, effettua anche quella didattica, di formazione e divulgazione scientifica presso scuole ed enti privati oltre alle trasmissioni televisive "Tesoro salviamo i ragazzi" ed "In linea con Marco Bianchi".
Sono contenta che finalmente si inizi a parlare un pò di più di alimentazione "sana" tra l'altro anche in una trasmissione che, per carità, dà tanti simpatici spunti ma non sprizza di piatti salutari fra fritti, surgelati a gò gò, aperitivi, rotoli di pasta sfoglia e frolla come se piovessero ...
Immagino anche che un target del genere debba promuovere ricette di tutti i tipi ma l'idea di invitare ospiti di questo calibro non è affatto male.
Questo ragazzo è visivamente preparato, giovane e simpatico e se volete trovate qui quali sono le 20 famiglie di alimenti che non devono mai mancare sulla nostra tavola.
Riporto solo alcuni dati presi dal suo sito:  il 70% dei tumori ha come causa diretta lo stile di vita.
Il 30% è correlato a sostanze nocive presenti sulla tavola, il 30% al fumo, il 5% a obesità e sedentarietà e solo il 3% allo smog.
Però il 40% delle malattie, dal diabete all’ipercolesterolemia all’ipertensione, possono essere affrontate e curate con una dieta su base vegetale.

L'ho scritto anche in un precedente post ... io mangio di tutto e non sarei capace di eliminare totalmente le carni rosse o i dolci contenenti tanti zuccheri e grassi come potrebbero essere le crostate  (i dolci super pannosi non li considero nemmeno perchè li mangio forse tre volte all'anno) ... basta soltanto non abusarne e mangiarne una volta ogni tanto, variare i cibi, seguire le stagioni e quello che la natura ci offre e stare un pochino più attenti ...
Ho perso delle persone importanti a causa di malattie tumorali e sla ... se c'è realmente qualche possibilità, anche minima, di "aiutarsi" con l'alimentazione ... beh io questo "minimo" voglio tentare di metterlo in pratica.   
Promesso che ci penserete anche voi???

Oggi vi posto una ricettina con tanto pesce e verdure.
Il fricandò è un pasto povero contadino le cui origini non sono chiare poichè veniva cucinato in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna e consistente in un brasato di carne di vitello lardellata e cotta in casseruola con verdure ed erbe aromatiche.
La particolarità di questo piatto è che le verdure vengono aggiunte nella casseruola con la carne con tempi e modi diversi di cottura ottenendo così un piatto molto prelibato e singolare.
In questa mia ricetta la carne non compare ma le verdure vengono appunto cotte separatamente proprio per mantenere distinti i sapori e le consistenze e vengono unite e mescolate solo alla fine.

 

Ingredienti per due persone:
400 gr di pesce (nel mio caso triglia e merluzzo)
1 spicchio d'aglio
1 patata (circa 150 gr)
1 peperone giallo
1 melanzana lunga
6/8 pomodorini tipo datterini
2/3 fette di pane integrale
olio evo q.b.
gomasio e pepe q.b.


Lavare il pesce e tagliarlo a pezzetti.
Lavare ed asciugare le verdure.
Tagliare i pomodorini in quattro, la patata e la melanzana a dadini, il peperone a bastoncini.
Rosolare le verdure separatamente: ci vorrà un pò più di tempo ma la cosa positiva è che riuscirete a controllare e regolare la croccantezza di ogni singola verdura e poi potete utilizzare massimo due padelle, cotta una verdura, la mettete al caldo e proseguite con un'altra e così via.
Iniziate con la patata a cui occorre la cottura più lunga, proseguite con le melanzane, il peperone ed in ultimo i pomodorini.
Dopo che avete cotto le melanzane adagiatele su un foglio di carta assorbente.
Salate e pepate la verdure a piacere (al posto del sale io ho usato il gomasio).
Tostare anche le fette di pane integrale precedentemente tagliate a pezzetti.
In un'altra padella con un filo di olio e lo spicchio di aglio rosolare il pesce per qualche minuto.
Mescolare il pesce con le verdure (fricandò vegetariano), unire i pezzetti di pane e servire caldo.


E' una vera esplosione di sapori e di colori ... è stato divorato tutto con piacere! ;-)

Vi auguro un buona serata ed una buona domenica.
A presto
Bacioooooooooooo
Monique
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